Dicono che noi apicoltori siamo tutti un po’ pazzi; io sono peggio, perché amo la letteratura.
Nella mia azienda agricola, nella bella stagione, organizzo reading e incontri con autori famosi e sconosciuti.
Col mio miele vendo piccoli libri, poesie, frasi che per me sono significative.
Ogni barattolo ha una storia: dolcissima ma che a volte punge, come le api.
Significa anche che tutto quello che facciamo provoca differenze, e io voglio solo lasciare segni positivi sul mio territorio e sulla salute di chi mangia il mio miele.
È la gestione sostenibile dell’apiario e dell’azienda: farlo, qui in Basilicata, è bellissimo. Non è sempre facile, certo, ma il miele viene speciale.
Intorno a me non c’è agricoltura intensiva. Ho altri apiari: in aziende biologiche e biodinamiche o in aree selvagge.
Produco poche decine di quintali di miele, ma di ottima qualità: arancio, eucalipto, sulla, castagno, acacia, rovo, melata di bosco e il millefiori di questi prati del sud così ricchi di piante aromatiche.
Nel mio laboratorio uso macchinari moderni per una pratica antichissima.
L’estrazione del miele dai favi avviene a freddo. Uso solo la mia cera, che è certificata bio.
Faccio parte dell’associazione Biodinamica e cerco di “fare rete” con altri agricoltori della zona. Preferisco vendere ai GAS, alle filiere bio ed ai clienti affezionati.
Venite a conoscermi e a vedere come lavoro.
Controllate come stanno le api e l’igiene del laboratorio.
Ho un laboratorio costruito in bioarchitettura per impattare il meno possibile sul territorio.
(Chi viene a comprare il miele da me, torna sempre.)
nicola@mieletture.it — 340 462 1647